Nel diritto successorio italiano, il principio generale stabilisce che i beni di una persona defunta siano trasmessi agli eredi. Tuttavia, esistono casi in cui un potenziale erede può essere escluso dall’eredità a causa della sua condotta verso il defunto o verso la sua famiglia. Questo accade quando si verifica una indegnità a succedere.
L’indegnità rappresenta una misura sanzionatoria e preventiva, volta a impedire che chi si sia macchiato di atti particolarmente gravi nei confronti del defunto o della sua famiglia possa trarre vantaggio dalla sua eredità. Di seguito, esamineremo le principali cause di indegnità a succedere e le loro conseguenze legali.
COS’È L’INDEGNITÀ A SUCCEDERE?
L’indegnità a succedere è una condizione giuridica che priva un erede del diritto di ricevere l’eredità di una persona defunta. È disciplinata dagli articoli 463-466 del Codice Civile italiano, che elenca in modo dettagliato i comportamenti che possono portare a tale esclusione. L’indegno viene trattato come se fosse morto prima del defunto e, quindi, non è incluso tra gli eredi legittimi o testamentari.
A differenza della diseredazione, che avviene su iniziativa del testatore tramite un atto testamentario, l’indegnità viene stabilita da un giudice e si fonda su fatti oggettivi previsti dalla legge.
CAUSE DI IDEGNITÀ A SUCCEDERE
Le cause di indegnità a succedere sono previste dal Codice Civile e riguardano comportamenti particolarmente gravi e riprovevoli da parte dell’erede potenziale. Tra le principali cause possiamo distinguere:
- Omicidio o tentato omicidio del defunto, del coniuge, di un discendente o di un ascendente. Chiunque abbia intenzionalmente ucciso o tentato di uccidere il de cuius (la persona della cui eredità si tratta) è considerato indegno.
- Accuse ingiuste o calunniose nei confronti del defunto. L’erede che abbia mosso accuse false o che abbia provocato ingiustamente la condanna del de cuius per un reato punibile con l’ergastolo o con una pena detentiva superiore a tre anni, può essere dichiarato indegno.
- Ostruzione alla libertà testamentaria. Se un erede potenziale ha costretto con violenza o minaccia il defunto a redigere, modificare o revocare un testamento, oppure ha impedito di farlo, perde il diritto alla successione. Lo stesso vale se ha soppresso, falsificato o nascosto un testamento per favorire sé stesso o altri.
- Maltrattamenti o gravi offese. Se un erede ha trattato con violenza, abuso o grave mancanza di rispetto il defunto, in un modo che denota disprezzo o mancanza di riguardo per la sua dignità, può essere escluso dall’eredità.
- Sottrazione di beni ereditari. L’erede che ha nascosto, sottratto o distrutto beni appartenenti al defunto, con l’intenzione di privare gli altri eredi del loro diritto, può essere dichiarato indegno.
PROCEDURA PER DICHIARARE L’INDEGNITÀ A SUCCEDERE
L’indegnità a succedere non è automatica e deve essere dichiarata da un giudice. Perché un soggetto sia formalmente escluso dall’eredità, è necessario che gli altri eredi, o chiunque ne abbia interesse, intraprendano un’azione legale. Questa azione, detta “azione di indegnità”, può essere promossa solo dopo l’apertura della successione e deve essere portata avanti entro un certo periodo di tempo.
La dichiarazione di indegnità comporta la perdita di qualsiasi diritto successorio, sia come erede legittimo che come beneficiario testamentario.
CONSEGUENZE DELL’INDEGNITÀ A SUCCEDERE
Una volta dichiarato indegno, il soggetto non può più ricevere alcuna parte dell’eredità, né per legge né per testamento. La sua quota di eredità viene devoluta secondo le regole della rappresentazione o del concorso degli altri eredi, a seconda dei casi.
Inoltre, l’indegno è tenuto a restituire qualsiasi bene ereditato, se già entrato in possesso dei beni del defunto prima della dichiarazione di indegnità. Questo obbligo include sia i beni materiali sia i frutti e i profitti che ne ha eventualmente ricavato.
Tuttavia, è importante notare che l’indegno può essere riabilitato se il defunto, conoscendo i fatti che avrebbero determinato la sua esclusione, lo ha comunque perdonato, esprimendo chiaramente la sua volontà in tal senso, ad esempio con un testamento. In tal caso, l’indegnità viene annullata e l’erede può ricevere l’eredità.
DIFFERENZE CON LA DISEREDAZIONE
Sebbene l’indegnità a succedere e la diseredazione abbiano lo stesso effetto – l’esclusione di un soggetto dall’eredità – esse sono concetti distinti. La diseredazione è un atto volontario del testatore, che decide di escludere un erede dal proprio testamento. Questo atto può riguardare qualsiasi persona, purché non violi i diritti dei legittimari (gli eredi che per legge hanno diritto a una quota dell’eredità, come il coniuge o i figli).
L’indegnità, invece, è una conseguenza di comportamenti moralmente o legalmente inaccettabili dell’erede e richiede un’azione legale per essere accertata.
ESEMPI PRATICI
- Caso di omicidio: se un figlio uccide il proprio genitore per ottenere anticipatamente l’eredità, viene automaticamente escluso dalla successione. Anche se il genitore non avesse previsto questa esclusione nel testamento, il giudice potrebbe dichiarare l’indegnità del figlio su richiesta degli altri eredi.
- Accuse false: se un nipote accusa falsamente lo zio di un grave reato per farlo incarcerare e prendere possesso dei suoi beni, una volta emersa la verità, lo stesso nipote potrebbe essere dichiarato indegno a succedere.
- Ostruzione testamentaria: se un fratello, sotto minaccia, costringe il padre a redigere un testamento a suo favore, escludendo gli altri fratelli, e questo fatto viene provato, il giudice può dichiarare l’indegnità del fratello che ha effettuato la minaccia, annullando il testamento.
INDEGNITÀ A SUCCEDERE
L’indegnità a succedere rappresenta una misura forte e drastica, che tutela la moralità delle relazioni familiari e impedisce che chi abbia commesso atti gravi verso il defunto possa trarre vantaggio dalla sua eredità. Sebbene sia necessario un intervento giudiziario per farla valere, questa misura è fondamentale per preservare i principi di giustizia e correttezza all’interno del diritto successorio.
Chiunque ritenga che un erede sia indegno può agire legalmente per ottenere una dichiarazione di esclusione dall’eredità, ma è sempre consigliabile avvalersi della consulenza di un esperto in diritto per valutare correttamente i tempi e le modalità di azione. Lo Studio Legale LBMG è esperto in materia.
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Si rimane a disposizione per qualsivoglia delucidazione al riguardo.
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Foto Agenzia Liverani