La dichiarazione di successione è un passaggio obbligatorio per trasferire i beni e i diritti di una persona deceduta ai suoi eredi. Tuttavia, questo processo non può essere posticipato a tempo indeterminato. Esistono precise scadenze legali per la presentazione della dichiarazione, pena sanzioni e maggiorazioni.
COS’È LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE?
La dichiarazione di successione è un atto attraverso il quale gli eredi comunicano formalmente all’Agenzia delle Entrate il trasferimento dei beni del defunto. Essa è necessaria affinché l’eredità possa essere correttamente devoluta e le imposte previste dalla legge possano essere calcolate e versate.
La dichiarazione deve essere presentata da:
- Gli eredi,
- I legatari,
- Gli eventuali rappresentanti legali degli eredi (se, per esempio, l’erede è minorenne o incapace).
Anche gli esecutori testamentari e i curatori dell’eredità giacente sono tenuti a presentare la dichiarazione, se incaricati.
TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE
Secondo quanto stabilito dalla legge italiana, la dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, che generalmente coincide con la data del decesso del defunto. Questo termine vale sia per le successioni legittime (ossia in assenza di testamento), sia per quelle testamentarie.
Ecco un esempio: se una persona decede il 10 ottobre 2024, gli eredi avranno tempo fino al 10 ottobre 2025 per presentare la dichiarazione.
MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA SUCCESSIONE
La dichiarazione di successione viene presentata per via telematica attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate. Dal 1° gennaio 2019, la modalità cartacea è stata sostituita integralmente dalla modalità telematica, anche se gli eredi possono avvalersi dell’assistenza di un commercialista, un notaio o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) per la compilazione e l’invio della dichiarazione.
La documentazione richiesta per la dichiarazione di successione include:
- Dati del defunto e degli eredi (anagrafici e fiscali),
- Inventario dei beni (immobili, denaro, azioni, obbligazioni, ecc.),
- Documentazione relativa a eventuali debiti del defunto,
- Copia del testamento (se esistente),
- Visure catastali e documenti per gli immobili ereditati.
CASI DI ESONERO DALLA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE
Non sempre è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione. Alcuni eredi possono essere esonerati se ricorrono entrambe queste condizioni:
- Il valore complessivo dell’eredità non supera i 100.000 euro.
- L’eredità non comprende beni immobili o diritti immobiliari.
Se queste condizioni sono soddisfatte, gli eredi possono evitare la dichiarazione, ma se anche solo una di esse non è rispettata, la dichiarazione deve comunque essere presentata.
SANZIONI PER RITARDO O MANCATA PRESENTAZIONE DI SUCCESSIONE
Se la dichiarazione di successione viene presentata oltre il termine di 12 mesi, o non viene presentata affatto, gli eredi sono soggetti a sanzioni pecuniarie. Le sanzioni sono proporzionate al ritardo e possono aumentare sensibilmente nel caso di omissione totale. Le conseguenze possono includere:
- Sanzione amministrativa: per ritardi nella presentazione, l’Agenzia delle Entrate può applicare una sanzione compresa tra il 120% e il 240% delle imposte dovute. Tuttavia, in caso di tardiva presentazione senza imposte da versare, la sanzione è ridotta a una somma fissa, che oscilla tra i 250 e i 1.000 euro.
- Ravvedimento operoso: se gli eredi si accorgono del ritardo prima che l’Agenzia delle Entrate li notifichi, possono usufruire del cosiddetto ravvedimento operoso. Questo istituto consente di regolarizzare la propria posizione pagando sanzioni ridotte. Ad esempio, se la dichiarazione è presentata entro 90 giorni dal termine, la sanzione può essere ridotta a un importo pari al 5% delle imposte dovute (o al 3,75% nel caso di ravvedimento entro un anno).
- Maggiorazione degli interessi: oltre alle sanzioni, sono dovuti gli interessi legali, che vengono calcolati sul ritardo nel pagamento delle imposte.
CASI PARTICOLARI: RINUNCIA ALL’EREDITÀ
In alcuni casi, un erede può decidere di rinunciare all’eredità. La rinuncia deve essere effettuata entro 10 anni dall’apertura della successione, ma è importante considerare che se l’erede intende rinunciare, lo deve fare prima di aver accettato anche solo implicitamente l’eredità (per esempio, accettando un bene o pagandone i debiti).
Se un erede rinuncia all’eredità entro i 12 mesi dall’apertura della successione, non sarà tenuto a presentare la dichiarazione di successione, poiché la rinuncia estingue ogni diritto e obbligo nei confronti dell’eredità.
IMPOSTE DA PAGARE CON LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE
Al momento della presentazione della dichiarazione di successione, oltre a trasmettere le informazioni sugli eredi e sui beni ereditati, si devono anche calcolare e versare le imposte dovute, che includono:
- Imposta ipotecaria e catastale: se sono presenti beni immobili, queste imposte vanno versate al momento della presentazione della dichiarazione. Di norma, ammontano rispettivamente al 2% e all’1% del valore catastale degli immobili, ma possono essere ridotte a 200 euro ciascuna se l’immobile è dichiarato come prima casa per uno degli eredi.
- Imposta di successione: si applica in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi, con diverse aliquote e franchigie. Per esempio, il coniuge e i figli pagano un’aliquota del 4%, ma solo sulla parte di eredità che supera il milione di euro per ciascuno.
CONSIGLI PER EVITARE ERRORI NELLA SUCCESSIONE
Per evitare problemi nella gestione della dichiarazione di successione, è importante tenere a mente alcuni suggerimenti pratici:
- Conservare tutta la documentazione relativa ai beni del defunto, compresi i debiti e le eventuali passività, per poter redigere una dichiarazione accurata.
- Rispettare i termini: se non si è sicuri di poter presentare la dichiarazione entro il termine di 12 mesi, è possibile avvalersi di un commercialista o di un consulente fiscale per accelerare il processo.
- Considerare il ravvedimento operoso: se si verifica un ritardo, è sempre preferibile utilizzare il ravvedimento operoso per ridurre le sanzioni, evitando così conseguenze più gravi.
TERMINE DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE
La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio che deve essere presentato entro 12 mesi dall’apertura della successione. Il mancato rispetto dei termini può comportare sanzioni rilevanti, ma esistono strumenti come il ravvedimento operoso per limitare i danni in caso di ritardi. Per questo motivo, è consigliabile affrontare il processo di successione in modo tempestivo e, se necessario, con l’aiuto di professionisti per garantire la corretta compilazione e presentazione della dichiarazione, evitando così spiacevoli sorprese.Lo Studio Legale LBMG è esperto in materia.
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Si rimane a disposizione per qualsivoglia delucidazione al riguardo.
Di seguito l’articolo alla successione ereditaria in Italia: guida completa e la tabella di ripartizione delle quote ereditarie.
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Foto Agenzia Liverani